@Venezia71 ALTMAN di Ron Mann

Amo l’America, è il mio paese. È tutto quello che conosco.”

La vita, la passione, il cinema, le continue lotte con il sistema degli Studios e le alterne vicende di una carriera straordinaria che ha segnato più di un punto di svolta nella cinematografia contemporanea. Robert Altman, il regista americano di Kansas City scomparso nel 2006 è raccontato dal regista Ron Mann, dalla moglie Kathryn e da Bruce Willis, Julianne Moore, Lily Tomlin, Paul Thomas Anderson, Lay Lovett, Robin Williams e altri ancora nell’emozionante ed esaustivo documentario Altman presentato a Venezia Fuori Concorso nella sezione Classici.

Gli inizi come sceneggiatore televisivo apprezzato dallo stesso Alfred Hitchcock e la svolta come regista nel cinema. Dal successo di M.A.S.H, premiato a Cannes con la Palma d’oro e divenuto un classico in bilico tra umorismo trascinante e l’atrocità della guerra, passando per Nashville, dove si consolida il suo stile corale, fino al flop commerciale di Popeye-Braccio di Ferro. La prima parte della carriera di Altman è raccontata con un sapiente intreccio di ricordi, filmati inediti e video amatoriali attraverso cui emerge il difficile dialogo con Hollywood che porta il regista a decidere di trasferirsi in Francia dopo qualche esperienza come regista di spettacoli teatrali Off-Brodway.

I Protagonisti, di cui Ron Mann ripropone lo straordinario incipit realizzato con il piano sequenza della febbrile attività di uno studios hollywoodiano attraverso cui si sposta il protagonista Tim Robbins, segna il grande ritorno di Altman al cinema con la vittoria di una Palma d’Oro per la regia. ”Questo film è un suo atto di accusa contro Hollywood?” “No, ci sono andato leggero” .

È la riaffermazione con I protagonisti che gli permette di realizzare nel 1993 America Oggi, il suo capolavoro ispirato da dei racconti di Raymond Carver con cui, avvalendosi di un cast eccezionale, di un montaggio perfetto e del suo genio nel creare film corali in cui ogni personaggio è protagonista, racconta la vita quotidiana in una Los Angeles caotica e sconnessa.

Quello che mi manca più del bere è l’alcool” scherza quando iniziano i primi problemi cardiaci che non gli impediscono di continuare la sua produzione di brillanti pellicole come Pret a Porter, Kansas City, La fortuna di Cockie e Il dottor T e le donne.

Il 2001 è l’anno di Gosford Park, la suggestiva e potente ricostruzione della vita e della lotta fra classi sociali messa in scena in una lussuosa magione dell’Inghilterra del 1930. La moglie Kathryn racconta di come un nuovo monumentale ensamble cast insieme ad un finale volutamente irrisolto non convincessero i finanziatori e che le riprese cominciarono solo dopo l’intervento della National British Lottery “Quel film aveva vinto la lotteria!”.

Nel febbraio del 2006 gli viene conferito l’Oscar alla Carriera e durante il discorso di ringraziamento Robert Altman sciocca il pubblico rivelando di essersi sottoposto 10 anni prima ad un trapianto di cuore, fatto che aveva tenuto nascosto per timore che i finanziamenti per i suoi progetti ne risentissero. In novembre il regista si spegne per delle complicanze insorte dopo la diagnosi di una leucemia lasciando al suo pubblico Radio America a cui affida il suo amore sconfinato per la Radio e la sua sofferta riflessione sulla morte.

Kathryn Reed Altman in sala per introdurre la proiezione ha raccontato. “Mi ci è voluto diverso tempo per prendere la decisione di permettere che questo film fosse realizzato. Quando ho incontrato Ron Mann ho capito che avevo fatto tutte le cose giuste, e adesso tocco il cielo con un dito.”

 

Caterina Liverani

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